Giro

Cosa lo spingeva ad aggirarsi in pieno giorno in quella zona talmente affollata da farlo diventare claustrofobico? Non lo sapeva neanche lui; o meglio, non gli importava. Avanzava, le dita guantate strette attorno al metallo della manovella del suo particolare strumento musicale, catturando con i freddi occhi violacei tutto ciò che riusciva a scorgere e che destava un minimo la sua attenzione.
Osservava i volti anonimi dei londinesi che si affrettavano per le strade grigie a sbrigare le loro inutili commissioni, un vago e serafico sorriso posto ad increspare le labbra sottili.
Le lunghe gambe si muovevano meccanicamente, con una certa ridigità, limitandosi a proseguire, ad andare avanti, un passo dopo l'altro.
Probabilmente in altre circostanze avrebbe attirato l'attenzione della gente, con il suo andamento e il suo abbigliamento a dir poco stravaganti, ma quella mattina tutti sembravano avere un gran daffare consentendogli di passare inosservato -non che per lui facesse una gran differenza.

Una voce allegra e vivace invase il suo campo uditivo, inducendolo a ruotare il collo rivolgendo così la propria attenzione alla fonte del suono. Era una ragazzina, come aveva immaginato, e si concesse dei lunghi istanti per scrutarla, posando con malcelata insistenza le grande iridi su di lei.
Esile, dalla pelle candida e con gli occhi che brillavano come due gemme. Sentì prudere le punte delle dita, mentre inclinava appena il capo verso destra, sorridendo appena; e in un attimo capì, come sempre gli accadeva.
Sarebbe una bambola perfetta~
Continuò a suonare, sprigionando quella melodia malinconica, e mosse un primo passo all'indietro.